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- - - La radio rosa - - -
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Se l'emittente non è isterica e il volume
è moderato, la radio è sempre una presenza discreta.
Se poi suona bene è anche più piacevole.
Anche bella a vedersi? Questione di gusti. Certo che il successo
di Tivoli è fuori discussione. Non potendo disporre della
loro tecnologia,
ho usato una vecchia autoradio Irving, che all'epoca era tutt'altro
che scadente. Due altoparlanti a due vie piccoli ma buoni e una
cassa
di legno naturale per contenere il tutto. La cassa deve essere rigida,
spessa, pesante e più possibile sigillata. Oltre che più
possibile di
bell'aspetto, come si diceva.
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Tutta la meccanica del
mangianastri è stata eliminata, insieme alla sezione delle
onde medie, ai comandi del bilanciamento e dei toni,
all'indicatore e alla relativa scala della frequenza e a qualche altro
selettore mai utilizzato. La radio funziona così da sempre:
con una
manopola si accende e si regola il volume, con l'altra si cerca qualcosa
di decente. E tutto quello che non c'è...non si può
rompere. |
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La scelta
della forma era dettata dalle mascherine degli altoparlanti e dalla
decisione di metterli ai lati, che è stato più che altro
un esperimento
per esaltarne il segnale stereo. Più che questo, invece, direi
che si ottiene l'effetto di rendere uniforme il livello del suono
nell'ambiente. Meglio
ancora, secondo me. |
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La scelta
del colore, poi, è un'altra storia... |
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